La Suprema Corte ha chiarito che scarsa efficienza impianto idrico o infiltrazioni ed umidità, sono esempi di gravi difetti dell’opera, sebbene non impediscano totalmente l’uso dell’immobile.
Infatti i giudici del Palazzaccio, attraverso l’ordinanza del 4 ottobre 2018, n. 24230 hanno descritto la nozione di gravi difetti dell’opera, facendoci rientrare anche i vizi che non impediscono totalmente l’uso dell’immobile ma che condizionano pesantemente il libero godimento del bene stesso, come ad esempio: mancata efficienza dell’impianto idrico o presenza di infiltrazioni ed umidità.
Nozione di “gravi difetti”
La Suprema Corte ha così confermato che i gravi difetti, i quali secondo quanto disposto dall’art. 1669 del c.c. fanno sorgere la responsabilità dell’appaltatore nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, sono rappresentati da quelle alterazioni che, in modo apprezzabile, abbassano il godimento del bene nella sua globalità, inficiandone il regolare utilizzo, relativamente alla sua funzione economica e pratica e secondo la sua intrinseca natura.
Il fatto di aver abitato gli immobili non esclude l’incidenza dei vizi sul libero godimento del bene.
Infatti, seguendo un orientamento precedente si rilevano anche i vizi che, pur senza influire sulla stabilità dell’edificio, al di fuori dell’ipotesi di rovina o di evidente pericolo di rovina, pregiudicano o menomano in modo rilevante il normale godimento, la funzionalità o l’abitabilità del medesimo. (Cass. Sez. 2, Sentenza n.5632 del 18/04/2002, Rv. 553832).
I giudici di Piazza Cavour determinano poi che, tra i gravi difetti dell’opera, sono compresi anche quelli non totalmente impeditivi dell’uso dell’immobile, quali:
– difetti relativi all’efficienza dell’impianto idrico
– presenza di infiltrazioni e umidità
anche se incidenti esclusivamente sulle parti comuni dell’edificio e non sulle singole proprietà dei condomini.
