Presso la Camera dei Deputati è stata presentata in data 7 maggio la Relazione sull’attività 2018 dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali. Si tratta del report che contiene i dati sulla vigilanza riguardante la privacy e l’attuazione del Regolamento Ue 2016/679.
Nel corso del 2018 vi sono stati 517 provvedimenti collegiali adottati dal Garante, 5.600 le risposte a quesiti reclami e segnalazioni, 130 i ricorsi, 8 i pareri resi al Governo e al Parlamento, 44 resi sulla normativa sulla trasparenza. A cui si aggiungono le 27 comunicazioni di notizia di reato, le 707 contestazioni di violazioni amministrative, 8 milioni 160mila euro l’importo delle riscossioni e 150 ispezioni.
Il Garante si è occupato di diversi ambiti di intervento, tra i quali spiccano:
- l’applicazione del Regolamento Ue,
- i diritti nel mondo digitale,
- i social e l’uso illecito dei dati personali,
- la protezione dei minori e il cyberbulilsmo.
Ma non solo, tra le attività di indagine, infatti, figurano anche droni e ransomware, cybersecurity, il diritto all’oblio, la trasparenza nella Pubblica amministrazione, la fatturazione elettronica, il telemarketing.
“Nel mondo del lavoro il Garante ha indicato le garanzie per la raccolta delle impronte digitali per i dipendenti pubblici a fini di lotta all’assenteismo e ha fissato le regole per l’uso delle nuove tecnologie, con particolare riguardo alla geolocalizzazione dei lavoratori. E’ intervenuto a vietare i controlli massivi su mail e smartphone dei dipendenti e prassi di valutazione del loro operato lesive della dignità”.
Trattandosi della fine del settennato del presidente Soro, l’Autorità ha elencato infine i numeri delle attività 2012-2018.
- “Provvedimenti collegiali 4.017;
- Sanzioni riscosse 31.322.754 euro;
- Risposte a quesiti 187.615;
- Ispezioni 2.201;
- Pareri resi al Governo 178;
- Ricorsi decisi 1.751;
- Riscontri a segnalazioni e reclami 34.345;
- Comunicazioni all’Autorità giudiziaria 320